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Sant'Antonio Abate - Chievo

La Torre

La prima torre romanica si ergeva su uno degli absidi minori della chiesa; presentava una cella campanaria a bifore sulla quale poggiava un tamburo con cupola a bocciolo, circondata da quattro cuspidi ad obelisco. Un episodio legato a questa torre è il seguente: durante alcuni disordini negli anni '20, il suonatore di "campanò" del paese, Angelo "Aba" Pighi, fu costretto a calarsi esternamente dal campanile con le corde delle campane, per evitare una spedizione punitiva che lo attendeva alla porta. Dopo il secondo conflitto mondiale il parroco di allora, mons. Silvino Venturi, decise di progettare e far costruire un'alta e slanciata torre in stile neogotico, che fungesse da monumento ai caduti di guerra. Quando la candida costruzione, descritta nell'inno inaugurale "agile, solenne, austera e severa torre degli eroi", venne terminata nel 1952, fu chiaro il reale scopo dei lavori: edificare un nuovo campanile che, con la sua altissima cuspide conica, raggiungesse i 55 metri, raddoppiando l'altezza del precedente.

Nonostante l'epoca di costruzione, essa rispetta i canoni della tradizione: è caratterizzata da un fusto stretto che si conclude in un'alta bifora. Sopra questa, una balaustra circonda la slanciata e snella cuspide conica.

Le singolari proporzioni non trovano paralleli nell'architettura veronese del passato, richiamano invece gli schemi di alcuni campanili romanici valdostani.

Nel 1957 il vecchio campanile romanico, rimasto privo di campane, fu demolito.

La Torre Campanaria

Le Campane

Nell'archivio parrocchiale si rintraccia la notizia che giaÌ€ nella metaÌ€ del XVI sec. sul campanile vi erano tre campane, opera dei fonditori veronesi Bonaventurini. Questi bronzi furono rifusi, in seguito ad incrinature, nel corso dei secoli XVII e XVIII.

Nel 1808, fu collocato un insieme di 5 campane in scala musicale diatonica, con la maggiore che pesava 420 kg, aveva un diametro di 90 cm ed emetteva la nota La bemolle. Autore dell'opera fu quasi certamente il veronese Pietro Partilora, che aveva laboratorio in contrada Cigno, nel rione di Santo Stefano.

Risale al 1833 il rifacimento di uno dei bronzi, poiché crepato, ad opera della medesima ditta. Nelle cronache parrocchiali del 1879 eÌ€ citata una squadra di suonatori di campane secondo il metodo del concerto "alla veronese". La formazione, denominata "Sant'Antonio Abate", era associata con il  gruppo di San Giorgio in Braida. 

Nel 1892 la fonderia Partilora non era piuÌ€ attiva, fu quindi Achille Cavadini ad essere incaricato della preparazione di un nuovo complesso a cinque voci in Fa3 "redondo" (calante), di spessore robusto. Nella stessa occasione fu sostituito il vecchio telaio in legno. I nuovi bronzi di Chievo vennero inaugurati tra suoni di banda e canti commemorativi. 

Al principio del 1934 venne rifatta la campana piuÌ€ piccola, poiché crepata, e fu aggiunta la sestina, ad opera di Ettore Cavadini. Durante la seconda guerra mondiale furono requisite le campane ad eccezione della minore e della maggiore. Fortunatamente vennero tutte recuperate ma, durante le operazioni, la terza si crepò. Fu perfettamente riparata mediante saldatura dal maestro Sabaini di Montorio. 

Nel 1956, sul nuovo campanile, venne collocata una grossa campana dedicata ai caduti, raggiunta nel giro di poco tempo dalle altre 6 sorelle della parrocchiale. La campana fu realizzata dalla ditta Colbachini - Favaretti di Bassano del Grappa (VI). 

Nel giro di pochi mesi sorse l'idea di completare il complesso

campanario fino a raggiungere le nove voci, integrando anche il nuovo campanone. Tuttavia l'obiettivo fu raggiunto solo nel giorno di Pasqua del 1999 su impulso della squadra campanaria, da poco rinnovatasi. I bronzi furono forniti dalla fonderia De Poli di Vittorio Veneto (TV). L'insieme delle 10 campane risulta brillante, severo e sonoro, anche se di timbro poco omogeneo, a causa della diversità di epoca di fusione dei vari bronzi. Si tratta, inoltre, dell'unico campanile della diocesi ad essere dotato del semitono di quarta eccedente che, sebbene non contemplato nella tradizione pura, permette notevoli capacità espressive.

Una rara foto d'archivio che mostra la nuova torre appena realizzata e quella vecchia, prima del suo abbattimento.

La Campana Maggiore di Colbachini del 1956

Iconografia delle Campane

Campana 1

"9"

 fusa dalla ditta Colbachini Bassano - Favaretti nel 1956.

Riporta scritto: + A RICORDO DEI CADVTI DI CHIEVO IN TVTTE LE GVERRE ANNO MCMLVI + DEL NVME È DONO SERBAR DE' NOSTRI EROI GLI ALTERI NOMI + GLORIA A VOI NELLA PATRIA TERRENA, PACE A VOI NELLA PATRIA CELESTE +.

Presenta una forma abbastanza caratteristica,con la calotta larga e piatta e il bordo alto. Ciò le conferisce il suo inconfondibile timbro, austero ed espressivo. E' armata di un contrappeso della ditta Colbachini, a differenza delle sorelle che montano ceppi "Cavadini classico".

 

Campana 2

"8"

dedicata a Sant'Antonio.

riporta scritto: FVSE COLLE OFFERTE DEL POPOLO L'ANNO 1892 ESSENDO SOMMO PONTEFICE LEONE XIII – VESCOVO LVIGI CARD. DI CANOSSA – PARR D ANTONIO COMETTO.

Suona ogni mezzogiorno e, con la sua voce potente e colorita, si fa udire fino ad un paio di chilometri di distanza.

 

Campana 3

"7"

dedicata a Santa Maria.

riporta la scritta: ECCE CRVCEM DOMINI – FVGITE PARTES ADVERSAE – PROPERATE GENTES – AVDITE VERBVM DEI – CAVADINI FVSE A 1892.

 

Campana 4

"6"

dedicata a San Giovanni Calabria.

reca scritto: PROMOTORI I CAMPANARI DI CHIEVO PER IL GRANDE GIUBILEO DEL 2000 NEL XXI ANNO DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II PARROCO DON GIOVANNI GHIRARDI – OFFERTA DALLE FAMIGLIE: BEVERARI LUCIANO – BRENTEGANI LOREDANO E GIANNI – CONA LUIGI – RIGHETTI FERDINANDO – COMUNITÀ DI CHIEVO – IN MEMORIA DI FAM. MERCI ANNIBALE, MARIO, VITTORIO.

 

Campana 0

"semitono di quarta eccedente"

dedicata a San Giuseppe.

reca la scritta: A FVLGVRE ET TEMPESTATE LIBERA NOS DOMINE – CAVADINI A. 1892.

 

Campana 5

"5"

dedicata a Santa Elisabetta.

reca scritto: A PESTE FAME ET BELLO LIBERA NOS DOMINE – DEFVNCTOS PLORO –PESTEM FVGO – FESTA DECORO – CAVADINI A. 1892.

 

Campana 6

"4"

dedicata a San Luigi.

l'originale era del 1892, in seguito ad incrinatura venne rifusa da Ettore Cavadini.

Reca scritto: FIDES, SPES, CHARITAS – CAVADINI 1934.

 

Campana 7

"3"

 dedicata alla Madonna delle sette spade.

venne aggiunta nel 1934 e reca inscritta l'esortazione: CLAMAT ORAT CHRISTVM 1934.

 

Campana 8

"2"

aggiunta nel 1999 e dedicata a Maria Ausiliatrice.

ricorda le famiglie: THOMSON – MANARA – ZUMERLE – ZORZI –VIVIANI. ARCIBALD E CATHERINE – BRUNA E
GIUSEPPE – BRUNO E ANNA, MONIQUE ED ERICA –ADRIANO E SILVANA, DANIELE – RITA E PINO, MARCO, LUCA – VALENTINO E ANGELIN, CLAUDIO – NINA E ALDO.

 

Campana 9

"1"

aggiunta nel 1999 è dedicata a Maria Annunziata.

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